Messaggio di mons. Schillaci alle ragazze e ai ragazzi di prima comunione e di cresima della Chiesa di Lamezia Terme

Scrivo a voi ragazzi e ragazze che vi apprestate ad iniziare o a ricominciare il cammino della catechesi parrocchiale e che, in questi mesi, riceverete la prima comunione e la cresima. Avrei voluto incontrarvi tutti, uno per uno, per gioire con voi di questo momento significativo della vita per la vostra crescita cristiana, ma le attuali norme impediscono di incontrarci tutti insieme senza restrizioni, senza limitazioni, senza le opportune protezioni e distanziamento. Ancora stiamo lottando e siamo chiamati a lottare contro questo nemico invisibile che tanto male ha fatto in molte famiglie della nostra Italia e del mondo. Tutti ci sentiamo interpellati ad essere responsabili e attenti soprattutto nei confronti delle persone piu’ vulnerabili e piu’ deboli. Essere cristiani significa anche questo: saper abitare questo nostro tempo con grande impegno e creativita’ per preparare un futuro migliore e piu’ bello per tutti.
In occasione della vostra prima comunione e della vostra cresima vorrei dirvi soprattutto quattro cose:
Mai chiusure e paure. Non e’ una parola mia, ma del Signore Gesu’ che ai suoi discepoli dice: “Non abbiate paura”. Lo dice tante volte ed in tante occasioni. Gesu’ non vuole che la paura sia il clima abituale della nostra vita, quasi come fosse l’aria che respiriamo. Il Signore Risorto domanda a coloro che sono chiamati a seguirlo a non lasciarsi imprigionare, paralizzare e schiacciare dalla paura. La paura suscita in noi quasi sempre sentimenti tristi e negativi, come la chiusura, il rifiuto, il disprezzo e finanche l’odio dell’altro. Il discepolo e’ chiamato anzitutto a voler bene, ad amare tutti cosi’ come siamo stati amati da Cristo. Ricordiamo con fede le parole del Maestro: “Amatevi come io ho amato voi”. Questo e’ l’augurio piu’ bello che si possa fare ad una ragazza o ad un ragazzo che si appresta e prepara a ricevere questi due importanti sacramenti per la vita.
Riscopriamo la gioia di essere comunita’. Ogni buon discepolo non e’ mai discepolo da solo ma insieme agli altri. Pensate al vostro percorso catechistico, lo avete fatto insieme e lo farete insieme agli altri. Un percorso da fare e da continuare insieme. E’ la bellezza della compagnia della e nella fede. Il mio desiderio e’ che in questo cammino possiate sempre essere accompagnati dai vostri catechisti, dai vostri genitori, dal vostro parroco. In questo momento, vorrei rivolgere un pensiero particolare a coloro che riceveranno la cresima. Normalmente e’ il Vescovo che amministra questo sacramento. Quest’anno, nella maggior parte dei casi, saranno i vostri parroci che imporranno le mani su di voi e vi ungeranno con il Sacro Crisma perche’ ricevendo lo Spirito Santo possiate essere buoni ed autentici cristiani nella Chiesa e nel mondo.
Non fermiamoci. Il rischio che si corre quando si giunge ad una meta e’ quello di considerare tutto concluso, siamo arrivati alla fine e, di conseguenza, sentirsi degli arrivati. Questo per la fede non vale! Perche’ chi crede non si sente mai un arrivato. I discepoli del Signore non si fermano, sono sempre in cammino. Oppure talvolta si puo’ insinuare nella nostra mente o in quella dei nostri genitori un’idea: “Finalmente ci siamo tolti un pensiero”. Chi intraprende il cammino della fede sa che “non si toglie un pensiero”, ma, al contrario, “si prende un pensiero”, cioe’ comincia a farsi delle domande vere. La fede e’ domanda di senso per la nostra vita. E’ un incessante perche’ che investe tutta intera la nostra esistenza. Non solo in alcuni momenti come quelli significativi che viviamo durante la liturgia e le feste che vivrete tutti con tanta gioia.
Comunichiamo ad altri questa gioia. La fede e’ un incontro con il Signore che si avvicina, ci raggiunge, viene a trovarci nelle situazioni piu’ impensabili della vita e ci invita ad essere suoi amici. La prima comunione e la cresima sono due momenti in cui il Signore ci viene incontro non “fuori di noi”, ma viene incontro a noi e proprio dentro di noi, in modo unico, singolare e personale. E l’incontro con Lui genera la gioia vera. Per questo motivo, non possiamo tenere per noi la gioia di questo incontro che e’ un vero avvenimento nella nostra vita. Si tratta di un contagio positivo, virtuoso. E, infatti, la fede si propaga cosi’ per “attrazione”. Gli altri possono vedere nella nostra vita, nel nostro modo di pensare, nel nostro modo di sentire, nel nostro modo di essere chi sono i veri cristiani. Non persone cupe, tristi, musone, ma persone che hanno incontrato la vera gioia in Gesu’ Cristo; una gioia che e’ per tutti! Contagiati di gioia, contagiamo la gioia di Gesu’!
Nell’augurare a voi carissimi, ma anche alle vostre famiglie e alle vostre comunita’, di vivere questo cammino nella gioia piena, vi benedico dal profondo del mio cuore e vi domando una preghiera per me.
Grazie!

Il vostro vescovo, Giuseppe Schillaci

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